Roberto Herlitzka

Minetti. Ritratto di un artista da vecchio

di Thomas Bernhard
con Roberta Sferzi, Verdiana Costanzo Pierluigi Corallo, Vincenzo Pasquariello Matteo Francomano

Bernhard Minetti (1905-1998) è stato uno dei più grandi interpreti di teatro del Novecento. Il drammaturgo Thomas Bernhard, che lo ha avuto come interprete di molti dei suoi testi, ne scrisse uno apposta per lui, nel quale l’attore, ormai anziano e solitario, trascorre una notte di capodanno in attesa di andare in scena per l’ultima volta nel ruolo di Re Lear. In un inarrestabile flusso di coscienza, Minetti riflette sulla propria vita e sul senso del teatro, senza risparmiare giudizi caustici e impietosi su una società istupidita e una scena svuotata di senso. Il tragico epilogo assume il significato di un estremo atto di ribellione. In questa nuova messa in scena, Roberto Andò affida il ruolo di Minetti al grande Roberto Herlitzka.

«La naturalezza di Roberto Herlitzka nel prendersi il palco appena vi sale è una ragione in sé per andare a vederlo. Cimentarsi in un testo di Thomas Bernhard costruito sul suo attore-feticcio Bernhard Minetti implica un inevitabile confronto con l'imponenza scenica di uno dei massimi attori tedeschi del secondo dopoguerra: confronto che, manco a dirlo, Herlitzka - con la regia sorvegliatissima di Andò - regge e supera grazie alla raffinatezza che lo distingue.»
(Marco Bracconi, La Repubblica, 22 gennaio 2017)

«Sarebbe troppo facile affermare che il "Minetti" di Thomas Bernhard sembra scritto proprio per Roberto Herlitzka. Si sminuirebbe così la sottile operazione realizzata da questo interprete, uno dei più importanti del teatro italiano, guidato in questa avventura dalla regia di Roberto Andò. (...) Lo scrittore austriaco dietro un'apparente linearità e nell'incessante spirale iterativa di racconto e di riflessione, scatena una moltitudine di cortocircuiti, e così fa anche Herlitzka che dietro la sua presenza controllata, dietro la sua recitazione quasi scarnificata, lascia intravedere inquietanti abissi di senso.» (Antonio Audino, Domenica - Il Sole 24 ore, 5 febbraio 2017)

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