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05 novembre 2016

Il direttore artistico presenta la stagione di prosa 2016/2017


Benvenuti al Teatro Comunale di Lonigo. Vi racconto gli otto spettacoli che andranno in scena sul palcoscenico di questo gioiello di bellezza e acustica, ai piedi dei Monti Berici Vicentini. Apre le porte del Comunale Filumena Marturano (5 novembre 2016), la commedia italiana del dopoguerra più rappresentata nel mondo, certamente uno dei capolavori di Eduardo De Filippo. Con questo spietato spaccato di italianità, debutta nella regia di prosa un “maestro” del cinema, Liliana Cavani che dirige due splendidi attori della scena napoletana (entrambi allievi del grande Eduardo) Mariangela D'Abbraccio e Geppy Gleijeses. Sono orgoglioso di inaugurare la stagione con questo spettacolo, in esclusiva per il Veneto, già stato osannato la scorsa estate al Festival del Due Mondi di Spoleto.

 

A portarci le voci delle trincee del massacro mondiale di cento anni fa, arriva a Lonigo Giuseppe Cederna con L’ultima estate dell’Europa (25 novembre 2016). Tra le tante proposte teatrali sulla Grande Guerra, in questi anni dell’anniversario, ho scelto una delle più solide per originalità della messa in scena, approfondimento storico e onestà dello sguardo. Fa tappa a Lonigo un attore e un narratore tra i più raffinati in Italia, che già aveva interpretato un indimenticabile figura di soldato, ricordate Antonio, l’innamorato del film “Mediterraneo” di Gabriele Salvatores?

 

Cos’era l’Europa di inizio Novecento ce lo racconta, da ben altro punto di vista, Lucrezia Lante Della Rovere con Io sono Misia. L’ape regina dei geni (17 dicembre 2016). Dalle trincee della follia europea, al salotto della borghesia parigina dove questa mecenate sostenne e si confidò con personalità del calibro di Picasso, Proust, Chanel, Ravel, Debussy, Stravinsky, Toulouse Lautrec, Cocteau… In scena, su un’enorme poltrona trapuntata di velluto verde, un’attrice che già ci ha regalato splendidi ritratti di figure femminili.

 

Apro io stesso il calendario di prosa del nuovo anno, portando in scena il mio Carlo, l’ombra e il sogno (28 gennaio 2017) in cui racconto di un’altra vicenda che ha percorso il secolo scorso; così si intrecciano i fili tematici di questa stagione di prosa. I dipinti dell’artista Carlo Zinelli, dal manicomio di Verona, dov’era rinchiuso per schizofrenia cronica, negli anni Sessanta arrivarono a Parigi nelle mani di Vittorino Andreoli che li fece esaminare da Jean Dubuffet e da André Breton. Così Carlo iniziò, inconsapevole, la strada che lo portò, dall’ombra del manicomio, ai grandi musei del mondo: un sogno. 

 

Ed è un sogno che si realizza per il Teatro Comunale di Lonigo quello di ospitare un vero maestro della scena italiana che, in una produzione di grande pregio del Teatro Biondo di Palermo interpreta il celebre Minetti di Thomas Bernhard (7 febbraio 2017), Roberto Herlitzka che sembra perfetto nel delirio di Capodanno che questo anziano attore, illuso di poter tornare in scena nella parte di Re Lear, fa sopra se stesso e sull’arte del teatro. Subito dopo il Piccolo Teatro di Milano, Herlitzka sarà in esclusiva veneta al Teatro di Lonigo che gli tributerà il dovuto omaggio.

 

È un febbraio di nomi noti della scena e della musica. Dopo Herlitzka arriva al Comunale, con il suo carico di appassionata e sensuale energia partenopea, Lina Sastri per dare carne e voce a La lupa di Giovanni Verga (16 febbraio 2017). Chi, in questo momento, meglio di lei può riempire la scena con una delle figure femminili più complesse e conturbanti che siano uscite dalla penna del Verismo italiano? Con Lina Sastri c’è in scena un non meno affascinante Giuseppe Zeno, volto noto e apprezzato della migliore fiction televisiva italiana, e un cast di attori e attrici che si muovono tra i covoni dorati di una scenografia che ci porterà i colori e i sapori della Sicilia.

 

Dalla pièce francese Le prénom – Cena tra amici (26 febbraio 2017), la regista Francesca Archibugi ha tratto il soggetto per il suo film “Il nome del figlio”. Al Comunale di Lonigo, il Teatro Stabile di Genova porta in scena la versione teatrale di una commedia che, come tante grandi commedie, presto diventa un’amara riflessione sul conformismo, le gelosie, i malcelati odi e i piccoli ricatti di una generazione allo sbando, quella di noi quarantenni. Così ci potremo rivedere e risentire negli attori e nelle attrici di uno spettacolo che è stato definito «virale, da consigliare perché fa ridere moltissimo e ancor più riflettere».

 

Come concludere la mia prima stagione di prosa al Teatro Comunale di Lonigo? Con leggerezza, perché no? E con un cast di nomi celebri dello spettacolo e della scena italiana che vedere riuniti sullo stesso palcoscenico è più unico che raro: Marisa Laurito, Corinne Cléry, Barbara Bouchet, Paola Caruso e Gianfranco D'Angelo. Cosa ci aspetta da questo ensemble scoppiettante, già ce lo dice il titolo dello spettacolo Quattro donne e una canaglia (7 aprile 2017). Ma dal testo di Pierre Chesnot non si pensi di ricavarne soltanto risate gratuite. Ci stupirà.

 

Vi aspetto, a braccia aperte, a Lonigo.

 

Alessandro Anderloni
Direttore artistico